“Ciaone” è una parola che si sente usare spesso sia dai giovani che dalle persone adulte, ed è possibile trovare il suo significato anche sui dizionari, dal 2017. Ma qual’è il suo vero significato? Come viene usato?
Come è nato questo neologismo?
Sembra che il primo ad usare la parola “ciaone” è stato il deputato Ernesto Carbone, esponente del PD, che lo ha usato su Twitter nell’aprile del 2016, per commentare il referendum sulle trivelle in maniera provocatoria. Tuttavia, questo neologismo sembrava presente nel web già da prima, nei social network.
Ma la nascita di questa parola non sembra un fatto recente: Sebastiano Rizza, dialettologo siciliano, ha riscontrato il suo nel dialetto di Trecchina (Potenza), con il diminutivo ciaoniedro. La sua etimologia non sembra del tutto chiara, e viene utilizzato per indicare l’osso della gamba di bambini e ragazzi, o la zampa dei bovini.
Ma l’uso di questo neologismo non si riscontra solo in Basilicata, ma al sud dell’Italia in generale, soprattutto in Calabria, dove viene usata per riferirsi al ragazzo, al bambino o al figlio, soprattutto nei dialetti rom.
Secondo il dialettologo Rizza, tuttavia, questo termine non ha dei significati del tutto positivi, perché si usa per riferirsi a persone di poco conto e, nel gergo siciliano, a uno sciocco, a uno spaccone o a un’ignorante. Nella sua versione femminile, “sciavazza”, è un altro modo per denominare una donnaccia o sgualdrina. Nel lessico di alcuni gruppi nomadi della Sicilia, i cosiddetti caminanti, può indicare anche chi non fa parte della comunità.
L’economista Tommaso Padoa-Schioppa (1940-2010) lo aveva usato come termine dispregiativo verso i giovani italiani che concludevano la scuola in ritardo e vivevano a casa dei genitori.
Se si consulta il vocabolario online della Treccani, “ciaone”, nella lingua colloquiale, è una forma di saluto ironico o di scherno. In pratica, dovrebbe essere un’esagerazione del comune “ciao”.
Quanto e dove è diffuso questo termine?
Oltre ad essere usato di frequente sul social network, questo termine era già stato usato alla radio, dallo speaker di Dimensione Suono Roma, Ignazio Failla, che lo ha reso un hashtag.
Grazie a questo speaker, una gelateria a nord di Roma, la “Gelateria Retrò”, in via Baldo degli Ubaldi, scelse il termine “ciaone” come nome di un gusto del gelato.
A rendere celebre questo termine è stata, soprattutto, una battuta del film Confusi e felici, del 2014. Nel film, lo psicanalista Marcello, interpretato da Claudio Bisio, ha un gruppo di pazienti piuttosto variegato. Tra questi, c’è Betta, interpretata da Caterina Guizzati, una donna che ha problemi coniugali (soprattutto sessuali) con il marito, ed è lei a pronunciare la frase: So’ du anni che c’ha lasciato, c’ha fatto proprio ciaone, ciaone proprio.
Oltre che essere stato usato da Carbone, in politica, nel 2016, dopo la sconfitta del PD alle urne, Matteo Salvini lo ha usato in un video, per salutare Matteo Renzi, dopo che quest’ultimo aveva annunciato le sue dimissioni.
In conclusione, la parola “ciaone” ha due possibili usi: per salutare in maniera sarcastica o per insultare in maniera meno velata. Nella maggior parte dei casi, il suo utilizzo è dispregiativo, e forse è meglio provarlo come gusto del gelato…