Per quanto può sembrare strano, esiste davvero un’allergia all’acqua. Ma come si chiama questa patologia? Che cosa provoca? Quanti casi ci sono? Per saperne di più, si può continuare a leggere questa pagina.
L’orticaria acquagenica
E’ così che si chiama l’allergia all’acqua, descritta nel 1964 per la prima volta da due dermatologi americani, Walter B. Shelley e Rawnsley. E’ una rara forma di orticaria, che si manifesta dopo una ventina di minuti o una mezz’ora l’esser stati a contatto con l’acqua, o qualunque altro liquido (lacrime comprese). I sintomi che compaiono sono pressoché gli stessi dell’orticaria normale, ovvero arrossamenti di pelle, pomfi e prurito.
La maggior parte delle persone affette da questo problema (che non sono molte) sono perlopiù soggetti femminili, durante il periodo della pubertà o dell’adolescenza. Non si conoscono veramente le sue cause, ma si presuppone che sia genetica, mentre altri suppongono che sia una sostanza disciolta nel liquido, che potrebbe reagire a dei componenti presenti nella pelle umana (come il sebo delle ghiandole sebacee).
Come diagnosticarla e curarla
Per diagnosticare questo tipo di allergia, è necessario che i dottori escludano, prima di tutto, quelle orticarie che possono essere causate dal caldo e dal freddo. In questo caso, il paziente viene sottoposto a dei test liquidi, di varie temperature, come l’applicazione di bende bagnate con acqua calda o cubetti di ghiaccio.
Come per molte patologie rare, una cura vera e propria non c’è, ma per alleviare i sintomi, i medici prescrivono farmaci e lozioni. Ci sono, addirittura, degli oli e delle creme che proteggono il corpo, prima di fare una doccia ed un bagno. E’ possibile trattare l’orticaria acquagenica con antistaminici e corticosteroidi in forma topica. Degli specialisti hanno provato anche a sottoporre pazienti alla fototerapia, ma senza risultati. Hanno prodotti dei risultati positivi, invece, due farmaci, ovvero il ketotifene e la fexofenadina, somministrate ad un bambino quattro anni e un giovane di diciannove.
La storia di Niah
In tutto il mondo, sono solo trentadue le persone affette da questo problema, ed il caso più noto è quello di Niah Selway, una ragazza inglese, che ha aperto un proprio canale Youtube, nel quale ha raccontato la sua storia tramite dei video.
Il dramma di questa giovane, è iniziata nel 2003, all’età di cinque anni, ed ha avuto la sua prima reazione allergica. Da allora, è stata costretta a stare in casa, non solo senza poter lavarsi, ma anche senza sudare o piangere, in quanto il contatto con uno di questi liquidi le provoca sfoghi allergici, nonostante tutte le terapie a cui si è sottoposta. Inoltre, non può praticare nemmeno la più semplice attività fisica. L’unico sfogho della giovane, è il web: il suo canale, infatti, è seguito da 130,000 persone.
Il suo, purtroppo, non è l’unico caso triste: Alexandra Allen, ha avuto la sua prima reazione allergica all’età di quindici anni, dopo aver visto una scena commovente che l’ha fatta piangere e gli si sono gonfiati gli occhi. Da allora, non ha più pianto.