Con il termine “tendinopatia” si indicano dei dolori dovuti a traumi o altre patologie ai tendini. Qui, in questa, pagina, si possono trovare cause, rimedi ed altri informazioni sulla tendinopatia da spalla.
Le cause
Quando si parla di tendinopatia alla spalla si indica una lesione alla cosiddetta cuffia dei rotatori, l’insieme muscolo-tendineo che avvolge la spalla, formato a sua volta da quattro muscoli, ovvero il sottoscapolare, il sovraspinoso, il sottospinoso e il piccolo rotondo. Quando questa cuffia subisce una lacerazione (di uno o più di questi muscoli), che degenera il tessuto tendineo, si può parlare di tendinopatia alla spalla.
Generalmente, i soggetti maggiormente colpiti da questa lesione, sono gli sportivi, i lavoratori che usano sistematicamente la spalla e, in alcuni casi, anche le casalinghe, soprattutto se hanno un età compresa tra i quaranta e i settant’anni, quando i tessuti cominciano a perdere elasticità ed aumenta il rischio di sviluppare questo problema. Se ne possono distinguere tre tipi di questi lesioni, ovvero:
- complete, che comprendono tutto lo spessore delle fibre tendinee;
- massive, se la lesione è estesa a due o più tendini della spalla;
- parziali, se la rottura riguarda solo una delle fibre tendine.
Il sintomo principale, di questa tendinopatia, è sicuramente l’aumento del dolore, nei movimenti e durante la notte, associato spesso alla diminuzione di forza in questo arto, che rende difficile anche dei semplici movimenti, come vestirsi o pettinarsi.
Diagnosi e cura
Per diagnosticare questo problema, è necessario effettuare radiografie ed ecografie, ma l’esame più affidabile è sicuramente la risonanza magnetica, che permette al medico di osservare meglio i tessuti.
Sono diversi i trattamenti indicati per questo problema, a cominciare da quelle conservativo, che consiste nel sottoporre il paziente a trattamenti come laser, tecar, onde d’urto oppure ultrasuoni, a seconda della gravità della lesione. A queste terapie, si possono associare anche quelle di fisioterapia, passiva o attiva.
Nei casi più gravi, si può ricorrere alla chirurgia artroscopica, che permette una maggiore visualizzazione del problema e, di conseguenza, della sua risoluzione. Dopo l’operazione, segue un bendaggio di tre o quattro settimane, durante le quali vengono effettuati dei controlli, e dopodiché si passa ad una riabilitazione post-operatoria, per cui ci si affida sempre ad un fisioterapista, in modo da recuperare le funzioni motorie.