Che la siccità sia un problema, è risaputo, e sempre più aziende o istituti cercano di trovare soluzioni tramite la tecnologia. Per saperne di più su queste tecnologie, si può continuare a leggere questa pagina.
Il problema della siccità
Secondo la stime, più di due miliardi di persone al mondo bevono acque contaminate, contraendo malattie, e più di un miliardo di persone non ha accesso a fonti di acqua potabile. In Italia, la crisi idrica si è aggravata dal 2021 in poi, e secondo l’Istat nelle città ha registrato una perdita idrica di quarantuno metri cubi, a causa delle infrastrutture obsolete.
Un’altra causa della siccità italiana, è anche lo spreco d’acqua, che ammonta a circa 220 litri d’acqua all’anno (la media europea è di 165 libri), e ciò ha provocato disservizi per quasi due milioni e mezzo di famiglie, in particolare quelle che vivono nelle isole e nel Sud d’Italia. Questo problema è, tuttavia, esteso anche al nord d’Italia, come hanno mostrato dei dati dei mesi scorsi.
Per risolvere queste problemi, oltre a rafforzare le reti idriche, si dovrebbe optare per il recupero e il trattamento delle acque reflue e il riutilizzo delle acque meteoriche. Alcuni interventi, inoltre, si possono effettuare in casa, come installare dei riduttori di flusso dei rubinetti, raccogliere ed usare le acque piovane per giardini e piante, evitare di lasciare aperto il rubinetto mentre ci si lava, avviare le lavatrici e le lavastoviglie con i cicli ecologici, ed effettuare delle manutenzioni al proprio impianti idrico periodicamente.
Le tecnologie usate
Nel luglio del 2022, in Emilia Romagna, al fine di sprecare meno acqua, il 90 % delle aziende ha optato per delle microirrigazioni, usando dei tubi “goccia a goccia” per fare in modo che l’acqua arrivi solo alle radici, e per questo si è ricorso anche a dei droni. Per usare al meglio questi ultimi è stata realizzata anche Irrinet, un applicazione che riporta dei parametri sulla geologia del terreno, e fornisce ai droni e ai sensori del terreno, tramite i satelliti, le aree che necessitano di acqua.
A studiare un’altra soluzione, oltreoceano, sono stati anche dei ricercatori dell’Università del Texas, che hanno messo a punto una pellicola in gel, realizzato con cellulosa e gomma di Konjac. Quest’ultimo elemento è capace di assorbire l’umidità dell’aria, mentre la cellulosa, quando si scalda, la rilascia. Con questo gel, se nell’aria viene un’umidità del 15 % (ossia quello del deserto) si possono ricavare sei litri d’acqua per ogni chilo di questo prodotto.
Sono disponibili anche delle app che aiutano ad evitare gli sprechi d’acqua. Una di questa è la Waidy WOW, rilasciata da ACEA nel 2019, con la quale si può monitorare il proprio fabbisogno d’acqua giornaliero, e visualizza anche punti di erogazione su una mappa, in modo da segnalare delle anomalie.