Sant’Aniello Abate o Sant’Agnello di Napoli è stato un monaco appartenente prima all’ordine dei basiliano e poi a quello degli agostiniani, vissuto nel VI secolo d.C., e patrono di alcuni comuni, tra i quali Sant’Agnello, paese dell’isola sorrentina chiamato così in suo onore. Ma chi era veramente? Perché stato proclamato santo?
La sua biografia
Nato a Napoli nel 535 d.C., in una ricca famiglia originaria di Siracusa (e forse imparentata con Santa Lucia), trascorse gli anni della sua giovinezza come eremita, in una grotta vicina ad una cappella dedicata alla Madonna ed in seguito ad una chiesa che, in seguito, venne dedicata a lui.
Dopo la morte dei suoi genitori, Aniello ereditò i loro, che usò per fondare un ospedale per i poveri, e lui si dedicò ad altre opere caritatevoli. Divenne così popolare che nel 553 i cittadini di Napoli gli chiesero aiuto perché intervenisse nell’invasione longobarda, e lui rassicurò tutti dicendo che la città sarebbe stata risparmiata, e così avvenne. Da allora il vessillo della Croce diventò uno dei suoi attributi.
In seguito, per sfuggire alla popolarità, si allontanò dalla città, recando prima a Monte Sant’Angelo e poi a Guarcino. Una volta tornato a Napoli entrò nell’ordine degli agostiniani, per essere trasferito al monastero di San Guidioso, dove venne nominato abate e dove morì nel 596, all’età di sessantuno anni (età veneranda, all’epoca), e venne sepolto nella cripta dell’oratorio del cenobio dedicato alla Santissima Vergine. La data della sua morte, il 14 dicembre, divenne il giorno della sua festa.
Il suo culto e i suoi miracoli
Ci sono molti racconti attorno alla figura di questo santo. A cominciare da una storia che risale ai tempi in cui fondò l’ospedale. Si dice che un ladro entrò per rubare una gallina e che il santo lo sorprese e lo rimproverò. Il ladruncolo stava per colpirlo, ma il suo braccio rimase paralizzato mentre la vista gli si oscurava. Terrorizzato, chiese il perdono a sant’Aniello, che pregò affinché gli fosse restituita la vista.
Nell’821, Napoli venne di nuovo assediata dai longobardi, ma non riuscirono ad espugnarla, e si dice che fosse merito di sant’Aniello e l’arcangelo Michele, che apparvero sugli spalti delle mura, spaventando gli assalitori. Da allora il culto del santo divenne liturgico, diffondendosi per tutto il Napoletano e la penisola sorrentina, ed attorno alla chiesa di Sant’Agnello vennero in seguito costruite della case, diventano un vero e proprio paese.
Nelle immagini in cui viene raffigurato, è accompagnato quasi sempre dai suoi attributi, ovvero il pastorale ed il vessillo della Croce, già citato. Uno dei dipinti più noto, in cui viene rappresentato, è Madonna con Bambino e i Santi Bernardino e Aniello, dipinto da Pietro Negroni nel 1567, e conservato nella Pinacoteca del convento di Sant’Antonio in Nocera Inferiore. Nel quadro, la Madonna è al centro, sospesa su una nuvola, con San Bernardino a sinistra e sant’Aniello a destra, che porta in mano il pastorale.