Arlecchino è la più famosa maschera della commedia dell’arte, noto per il suo costume colorato. Ma qual è la storia e la leggenda attorno al servo malandrino? Da dove proviene?
Le sue origini
La maschera di Arlecchino nasce dalle contaminazioni di due tradizioni, ovvero lo Zanni bergamasco e le maschere delle farse francesi. Le prime apparizioni in teatro di Arlecchino risalgono a metà del Cinquecento, ed il primo ad interpretarlo fu, probabilmente, Alberto Naselli. Tuttavia, le origini di Arlecchino si possono far risalire anche all’antichità, come dimostrano le figure dei servi nelle commedie di Plauto.
Nel corso dei secoli la maschera di Arlecchino si è evoluta e c’è anche una leggenda, attorno alla nascita di questo personaggio: si narra che c’era un bambino molto povero, di nome Arlecchino, che per Carnevale non aveva un costume bello come quello dei suoi compagni di scuola, che vedendolo triste gli diedero ognuno dei pezzi di stoffa colorati. La madre del bambino lavorò quelle stoffe tutta la notte, facendone un abito colorato, ed Arlecchino arrivò alla festa di carnevale accolto da un applauso, in quanto il suo vestito era il più originale.
Il suo carattere, il costume ed altre curiosità
Nella commedia dell’arte Arlecchino si presenta come un servo allegro e furbo, a servizio di Pantalone, un mercante veneziano avaro, anziano e lussurioso, ed è proprio la maschera bergamasca a contrastare spesso i suoi piani e ad imbrogliarlo, assieme al suo amico Brighella, altra maschera veneziana. Egli nutre, poi, un interesse romantico per Colombina, servetta soggetta spesso all’attenzione di Pantalone.
Come il personaggio, anche il costume di Arlecchino ha subito diverse evoluzione, ma nelle sue prime apparizioni esso era bianco, rattoppato poi di stoffe di diversi colori, completo poi di una cintura a cui sono legati una borsa, ossia la scarsela, ed il batocio, ovvero il bastone con cui spesso i personaggi della commedia dell’arte litigano. Sul viso egli porta una maschera nera e non manca il cappello, che agli inizi è di colore scuro, ma diventa negli anni di vari colori.
Arlecchino è molto presente oggi anche nella cultura di massa. Nel mondo di fumetti, il costume di Harley Quinn è ispirato dal suo, senza contare che i loro nomi si somigliano, in quanto Arlecchino, in inglese si pronuncia Harlequin. Anche in uno dei racconti di Agatha Christie vi è un personaggio il cui nome somiglia a quello della maschera italiana e della complice di Joker, ossia Harley Quin, ma ad eccezione del nome ha poco a che fare con il personaggio furbo e allegro della commedia dell’arte. Nel mondo dell’arte, la sua figura è immortalata in vari dipinti, tra cui I tre musici di Pablo Picasso oppure Arlecchino e Colombina di Giovanni Domenico Ferretti. Sempre Arlecchino e la sua Colombina si trovano spesso nelle varie versioni del balletto Lo schiaccianoci.