Cera microcristallina: cos’è e a cosa serve?

Ci sono diverse sostanze da evitare, quando si cerca un buon prodotto per la cura del proprio corpo, e la cera microcristallina è una di queste. Ma che cos’è di preciso? E perché bisogna evitarla?

La sua composizione

La cerca microcristallina è una miscela di diversi petrolati, e per la precisione di idrocarburi saturi ramificati e lineari, residui della distillazione del petrolio, la cui lunghezza supera i trentacinque centimetri. Per ottenerle, il punto di fusione del petrolio deve raggiungere uno mino di 54 ed un massimo di 82 gradi centigradi. Di aspetto, si presenta come delle piccole scaglie bianche, insolubili nell’acqua.

Differentemente dalla paraffina, questa cerca ha una maggiore resistenza alla trazione, ed è più flessibile. Infatti, si può legare ad oli e solventi, ed è per questo che viene usato come stabilizzatore nei cosmetici, soprattutto per stick, rossetti e cere depilatorie. Inerte chimicamente, non provoca delle allergie o delle irritazioni, e permette di conservare più a lungo il cosmetico in questione.

I suoi svantaggi e come usarla

Questo tipo di cera, sebbene non sia tossica, non apporta comunque dei benefici alla pelle. Anzi, essa può seccarla ed impedirne la naturale traspirazione. In linea generale, si sconsiglia di usare un prodotto che la includa: non bisogna dimenticare che, anche se non è nociva, è comunque un derivato del petrolio, che di sicuro non è salutare per la pelle. Per fare un esempio, se si usa un burro di cacao per le lebbra, e questo contiene cera microcristallina, a lungo andare, invece di ammorbidirle, potra solo screpolarle e renderle più secche, favorendo anche la comparsa di piccoli brufoli e punti neri.

In compenso, può essere un buon prodotto per pulire: può essere usato su superficie di acciaio, legno, metallo o di marmo, applicandola con un pennello o della fine lana d’acciaio, per togliere ruggine ed altre incrostazione, senza lasciare dei graffi. Inoltre, può essere utilizzata anche come stabilizzatore per vernici. In commercio, per questi usi, si possono trovare in diversi flaconi o barattoli e, a seconda della grandezza di quest’ultimo e/o della marca, può costare dai cinque ai trenta euro.

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