Dolci emiliani: quali sono? Di quale città o zona sono originari?

Nella tradizione culinaria emiliana non mancano di sicuro i dolci, alcuni di origini antiche, non scritte, che giungono fino a oggi grazie alla famiglie, che li tramandano di generazione in generazione, che vengono preparati nelle occasioni speciali e non. Ma quali sono? Di che provincia o area della regione sono originari?

Lo zabaione

Per questo elenco dei dolci emiliani si può iniziare dallo zabaione, crema a base di rossi d’uovo, zucchero e Marsala (o qualunque altro vino liquoroso), preparato a bagnomaria, a caldo, accompagnato poi da biscotti o amaretti.

Si dice che nel Cinquecento un battaglione di soldati francesi, capitanati da Giovan Paolo Baglione, si accamparono in provincia di Reggio Emilia, a Scandiano, e visto che erano affamati, il loro capitano fece questa crema con i pochi ingredienti a disposizione, tanto che questa crema è detta anche zuppa di Giovan Baglione.

Tuttavia, l’origine di questa crema è ancora incerta, visto che la sua prima annotazione risale al 1471 e arriverebbe da Napoli, dalla corte del duca di Savoia, Carlo Emanuele I, ma ne rivendicano la paternità anche Torino e Venezia.

I dolci emiliani

Nell’elenco dei dolci emiliano si possono citare:

  • la Spongata, un dolce di origine medievale, a base di pane abbrustolito, noci, miele, zucchero, amaretti, uva sultanina, pinoli, noce moscata, chiodi di garofano, buccia di arancia, vino bianco e cannella;
  • la Torta di riso, tipica torta emiliana dalla consistenza cremosa e morbida, a base del suddetto cereale e latte. Sembra che sia stata preparata per la prima volta nel Quattrocento, per il Corpus Domini. Di essa ne esistono varie versioni;
  • la Torta di tagliatelle, che si prepara la domenica, o in altre occasioni, come Pasqua o Natale, è a base di pasta frolla con un ripieno di mandorle, cedro candito, liquore e zucchero, ricoperta poi di tagliatelle all’uovo;
  • la ciambella di Romagna, che a differenza del nome non è tonda con un buco al centro, tradizionalmente viene preparata a Pasqua, e come altri dolci è a base di farina, zucchero, latte, burro e uova, e si serve a colazione o dopo i pasti, accompagnati con un bicchiere di vino dolce;
  • gli Africanetti di San Giovanni Persiceto, comune in provincia di Bologna, noti anche come “biscotti Margherita”, sono dei dolcetti a forma di lingotto (ma si trovano anche rettangolari o circolari), a base di zucchero e tuorli d’uovo;
  • il Biscione, dolce tipico natalizia di Reggio Emilia, è a base di mandorle, candita, uova e zucchero, con il quale si fa un impasto a cui si da la forma di serpente e ricoperto poi di meringa;
  • i Busslanein, collane composte da ciambelline, tipiche di Rottofreno, un comune in provincia di Piacenza, fatte di farina, zucchero, burro e latte, note dal Trecento, che oggi si trovano facilmente in occasione di feste o presso dei mercati;
  • la Torta Duchessa, di Parma, è un dessert molto ricco, fatto con tre dischi di pasta di nocciole, con al centro lo zabaione, ricoperto da una ganache al cioccolato, e decorato con ciliegie candite e granella di nocciole. Di solito si serve a fine pasto, nelle occasioni speciali;
  • la Torta Barozzi, tipica della zona di Vignola (Modena), inventara alla fine dell’Ottocento da un pasticcere, Gollini, a base di farina, cioccolato, latte, uova, caffè, burro e zucchero;
  • la Torta tenerina, la ben nota torta di cioccolato, tipica di Ferrara, ideata nel Novecento come omaggio per la regina Elena, si sperve con una spolverata di zucchero a velo.

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