Come si diventa un barman 3.0?

È il momento del barman 3.0! La più tradizionale delle figure professionali legate al mondo del divertimento si rinnova e si specializza. Formazione, passione e tecnica: ecco tutto quello che un bravo barman deve sapere per essere sempre al passo con i tempi.

Il barman in Accademia

Lo studio e la formazione professionale continua sono indispensabili per affrontare le sfide di un mondo del lavoro in completa e costante trasformazione. Vale per i professionisti, per i medici, per i dirigenti. Vale ancora di più per tutte quelle figure professionali chiamate a confrontarsi ogni giorno con tecniche e strumenti nuovi e innovativi. È il caso dei barman, amici delle serate più divertenti ma di certo non estranei alla necessità di aggiornarsi per accontentare una clientela sempre più esigente. Nasce da questa consapevolezza un percorso per formare il barman 3.0 promosso dall’Accademia Chorus.

Come è articolato il percorso di studi

Sono 12 le lezioni in cui si articola il corso di Mixology di Accademia Chorus, il tempio del bere miscelato, diretto, all’interno dell’Auditorium Conciliazione, dal bartender Massimo D’Addezio, Best Hotel Bar in the World 2009. Un percorso ad alta specializzazione per i professionisti della miscelazione in grado di star dietro al bancone di cocktail bar, hotel e locali di intrattenimento di alto intrattenimento. L’appuntamento con la prima lezione è in programma il 25 febbraio. Il bancone barman può fare molto, certo, soprattutto se scelto su una delle piattaforme online capaci di offrire una panoramica delle migliori offerte sul mercato, come Allforfood.com, ma a decretare il successo dei locali è sempre più spesso la capacità e la maestria dei barman.

Conoscere le persone, quando il barman si fa sociologo

Il mestiere del barman è ben più complesso di quel che appare. Non solo tecnica e capacita di creare splendidi cocktail. Si tratta di un professionista capace di leggere le persone, le loro preferenze, la loro voglia di parlare, aprirsi e confrontarsi. È sempre stato così, lo è ancor di più nella società moderna. “Da Accademia Chorus – spiega D’Addenzio – si racconta il mestiere del barman o barmaid che non consiste solo nel leggere libri e studiare ricette ma soprattutto nell’imparare a conoscere le persone, i clienti e ad acquisire la giusta professionalità per farli stare bene e renderli protagonisti dell’esperienza. Roma, che per la prima volta ospiterà la Cocktail Week, offre una scena molto vivida del bere miscelato”.

Il dialogo tra sala e cucina

Ma il corso va ben oltre i cocktail. Per D’Addenzio si tratta di ”un corso professionalizzante attraverso un contatto diretto con la sala e la cucina guidata dallo chef Andrea Sangiuliano. Vogliamo porre l’accento sulla figura del cliente portandolo con uno stile conviviale a capire quale cibo abbinare all’alcol. E con milioni di turisti a Roma si hanno clienti esigenti sulla scelta degli spirits sulla bottigliera e sull’accoglienza. Solo così possiamo guardare al futuro, mostrando ai ragazzi che c’è una professione ed è il barman 3.0 che sa come evitare di finire in locali fake, quelli che chiudono dopo tre mesi”.

Tutti i blasoni del corso

Mentre si lavora su una terza edizione in chiave Milano, il secondo corso beneficia del patrocinio di Federalberghi e Fipe e la collaborazione del Gruppo Lunelli. Si riconferma anche la partnership con Forma Camera – Azienda Speciale della Camera di Commercio di Roma per la formazione imprenditoriale e con la società “Openjobmetis”.

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