Il calcolo del valore dei Buoni fruttiferi postali

I Buoni fruttiferi postali, insieme ai libretti di risparmio, vanno a costituire il cosiddetto risparmio postale, e sono dei prodotti di investimento finanziari. Emessi dal CDP (Cassa Depositi e Prestiti) e sono rilasciati solo dagli uffici delle Poste Italiane. Ma come è possibile risparmiare con questi buoni? Come si calcolano?

Come funzionano e come si calcolano

I Buoni fruttiferi postali si ottengono versando una somma di denaro,  con una quota d’iscrizione di cinquanta euro, che matura con gli interessi nel corso del tempo, e in un arco di tempo che varia dai sei ai dodici mesi, dal momento delle sottoscrizione, si può ottenere una discreta somma. Si considerano degli investimenti sicuri, perché lo Stato fa da garante, tramite la CDP, ed è possibile recuperare la somma versata (ed eventualmente i buoni ottenuti) in qualunque momento.

Ne esistono diversi tipi, come:

  • il Buono ordinario, il cui rendimento annuo lordo a scadenza è pari al 2,85 %, e si può investire fino a vent’anni;
  • il Buono 3×4, che si investe fino a dodici anni, e che matura del 2,25 % l’anno;
  • il Buono 3×2, dalla rendita annuale pari all’1,50 % per sei anni, che permette di ottenere rimborsi anche dopo tre anni la data prevista, e con gli interessi;
  • il Buono 3 anni Plus, che dura per l’appunto tre anni, con interessi anni pari allo 0,40 %;
  • il Buono indicizzato all’inflazione italiana, con il quale si può far durare l’investimento per dieci anni, con un reddito fisso all’anno, pari allo 0,10 %;
  • il Buono 4 anni risparmiosemplice, dal rendimento annuo pari allo 0,60 %, e della durata massima di quattro anni;
  • il Buono dedicato ai minori, i cui interessi, pari al 3 %, possono durare fino alla maggiore età del minore.

In base alla cifra investita e al tipo di buono che si richiede, è possibile calcolare quanto aumenterà ogni anno la suddetta somma. Ad esempio, se si versano mille euro, e si opta per il Buono ordinario, alla fine dell’anno dei venti anni si otterranno 753,70 euro in più.

I vantaggi e gli svantaggi

I pro dei Buoni fruttiferi postali sono diversi, a cominciare dall’assenza di rischi sul mercato ed alla possibilità di essere rimborsati del tutto, a differenza di altri investimenti, e non ci sono spese di commissione, ma solo la quota d’iscrizione. Non occorre nemmeno un’imposta di bollo, se il capitale è inferiore ai cinquemila euro.

Non mancano, tuttavia, dei contro, a questo tipo d’investimento, come il rischio emittente, ovvero che questi Buoni potrebbero perdere del tutto il loro valore, se lo Stato va in banca rotta. Dal punto di vista economico, se si paragono agli indici di borsa, il loro andamento non è così alto, e bisogna fare attenzione a scegliere quello giusto, in base alle proprie disponibilità ed altri fattori, perché non tutti possono presentarsi vantaggiosi.

Si sconsiglia, inoltre, di non sottoscriverli con i Buoni del Tesoro Poliennali, in quanto questi ultimi sono esposti al rischio di mercati, e si prende un doppio rischio.

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